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Magazzino 18
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia / Corvino Produzioni |
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Venerdì 13 novembre 2015
Ore 20.45
uno spettacolo di e con Simone Cristicchi
scritto con Jan Bernas
regia Antonio Calenda
musiche, canzoni inedite Simone Cristicchi
Scritto da Simone Cristicchi con Jan Bernas e diretto dalla mano esperta di Antonio Calenda, Magazzino 18 è stato accolto con clamoroso successo.
Il titolo si richiama a un "luogo della memoria" particolarmente toccante che si trova nel Porto Vecchio di Trieste.
Lo spettacolo racconta di una pagina dolorosissima della storia d'Italia, di una vicenda complessa e mai abbastanza conosciuta del nostro Novecento. Una sedia accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta "Servizio Esodo". Simile la catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi... Con il trattato di pace del 1947 l'Italia perdette i vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e quasi 300 mila persone scelsero - davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni - di lasciare le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. Non è facile riuscire a immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro poche cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici. Davanti a loro difficoltà, povertà, insicurezza, e spesso sospetto.
Simone Cristicchi è rimasto colpito da questa pagina della nostra storia ed ha deciso di ripercorrerla partendo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, dove gli esuli - senza casa e spesso prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso lontane mete nel mondo - lasciavano le loro proprietà, in attesa di poterne in futuro rientrare in possesso.
Cristicchi partirà proprio da quegli oggetti privati, ancora conservati al Porto di Trieste, per riportare alla luce ogni vita che vi si nasconde: la narrerà e passerà dall'una all’altra cambiando registri vocali, costumi, atmosfere, in un koinèe di linguaggi che trasfigura il reportage storico in una forma nuova, un "Musical-Civile". |
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